Odontoiatria infantile: dai denti da latte ai denti permanenti

Nell’uomo lo sviluppo della dentatura inizia già prima della nascita e prosegue fino al completamento della dentizione permanente (dentatura dell’adulto).

In questo arco di tempo che si conclude circa a 13 – 14 anni si possono distinguere tre periodi: la dentizione decidua o primaria (i cosiddetti denti da latte) che erompono nella cavità orale a circa 6 mesi, la dentizione mista nel periodo tra i 6 anni e i 13 anni ed infine la dentizione permanente.

Che cosa si intende per dentatura mista?

Il periodo della dentizione mista incomincia con la comparsa dei primi denti permanenti (incisivi e primi molari) e termina con il completamento di tutta la dentatura dell’adulto.

Nel periodo della dentizione mista vi è quindi la progressiva scomparsa della dentizione decidua, ossia la cosiddetta permuta dentaria e se questo processo avviene in maniera corretta è possibile ottenere una armoniosa disposizione dei denti: un obiettivo non solo estetico, ma molto importante anche dal punto di vista funzionale.

La sostituzione di un dente da latte con il corrispondente dente permanente è un fenomeno complesso che comprende il riassorbimento della radice del dente deciduo, la formazione della radice del permanente, l’aumento dell’osso circostante ed infine quindi l’eruzione del dente definitivo.

La perdita dei denti da latte quali sintomi può provocare nel piccolo paziente?

La caduta dei denti da latte è un processo normalmente indolore, che tuttavia può creare fastidio quando un dentino fatica a cadere rimanendo parzialmente ancorato alla gengiva di supporto.

Sebbene quindi in situazioni fisiologiche il “cambio dei denti” non provochi particolare dolore al bimbo, le gengive possono apparire gonfie ed infiammate, soprattutto nei giorni immediatamente antecedenti all’eruzione dei denti permanenti. In questi casi, previo consiglio medico, può essere utile somministrare un debole antidolorifico per alleviare la fastidiosa percezione di indolenzimento gengivale e per prevenire un eventuale (raro) rialzo febbrile.

A che età si cambiano i denti?

La formazione e l’eruzione dei denti permanenti rispetta una tempistica precisa, anche se è fondamentale sottolineare che questa fase è suscettibile di numerose variazioni individuali.

Nell’immagine a fianco sono riportate le età approssimative in cui i denti da latte, che sono in tutto 20, iniziano a cadere per dare spazio ai denti permanenti. Come si può notare i primi, secondi e terzi molari non sostituiscono alcun dente da latte, non hanno cioè un corrispettivo dente destinato alla caduta. I denti definitivi sono perciò in tutto 32.

Purtroppo può verificarsi che qualche fattore di disturbo intervenga in questo processo comportando la mancata eruzione, la dislocazione, la malposizione del singolo dente ed a seguire della restante dentizione. Individuare il motivo del disturbo è importante non solo quindi per problemi estetici, ma anche per prevenire patologie più complesse a carico delle arcate dentarie.

Come comportarsi per capire se la permuta dentaria sta procedendo nella maniera corretta?

La diagnosi della presenza o assenza di un’anomalia richiede la semplice visita dello specialista odontoiatra in cui può poi rivelarsi necessario un approfondimento diagnostico come una radiografia delle arcate dentarie (ortopantomografia).

Le cause di una mancata eruzione del dente permanente comprendono infatti un ritardo fisiologico che rientra nelle possibili variazioni individuali ed un numeroso numero di altri casi.

Vi è in primo luogo la possibile congenita assenza del dente, l’agenesia. In questi casi a seconda della posizione può essere indicato mantenere il dente deciduo oppure estrarlo per consentire un riposizionamento degli altri elementi presenti. Al contrario possono esserci denti in eccesso, denti sovrannumerari, dei quali è sempre indicata l’estrazione. L’intervento deve avvenire precocemente, onde evitare che il dente in eccesso vada ad interferire con la crescita degli altri elementi ed il loro corretto allineamento in arcata.

Un dente deciduo può rimanere in arcata oltre il normale tempo di permuta senza un apparente motivo. La causa è a volte un semplice trauma infantile con “blocco all’interno dell’osso” (anchilosi) del dente deciduo; a questa consegue l’arresto di eruzione del permanente o una eruzione in posizione scorretta. Il ritardo dell’estrazione del deciduo può far perdere al dente definitivo la forza eruttiva.

Tra le cause poi più frequenti di mancata eruzione del dente definitivo bisogna considerare la discrepanza dento-alveolare; essa è una diseguaglianza di spazio tra gli elementi dentari e l’osso atto a contenerli. L’arresto della permuta è dovuto in questo caso alla mancanza dello spazio necessario e vi sarà la possibilità che qualche dente rimanga incluso. Ulteriori cause da tenere presenti, per la loro gravità, sono le cisti, le neoplasie e le ipertrofie gengivali; fortunatamente queste cause sono però rare.

La mancata eruzione di un dente non deve essere sottovalutata, ma considerata con attenzione dallo specialista poiché il problema non rappresenta solamente un disagio estetico ma un disturbo che va compreso in tutti i suoi aspetti. Solo in seguito può essere intrapresa la terapia più opportuna; il mantenimento del dente deciduo in arcata, la sua estrazione, una eventuale terapia ortodontica con apparecchiature mobili o fisse.

È perciò importante curare i denti da latte?

Molto. Anche se destinati alla caduta, i denti da latte rivestono infatti un compito fondamentale: consentono una masticazione efficace ed una fonazione altrettanto adeguata, guidano i denti permanenti nella loro corretta posizione e mantengono uno spazio adeguato per lo sviluppo successivo dei denti “maturi”. Mantenere i denti da latte in piena salute è fondamentale per permettere la fisiologica caduta dei denti nei tempi opportuni, e per favorire il corretto sviluppo della dentatura permanente.

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