Il tatuaggio:sempre più donne pentite

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Quando si prende la decisione di farsi un tatuaggio bisognerebbe farlo con consapevolezza ed invece molti si trovano poi a ripensarci: il 20 per cento delle persone non è più contento dei segni tatuati sul proprio corpo ed il 6 per cento decide di farsi togliere il tatuaggio. Le cause di questo comportamento sono state indagate da una ricerca di qualche tempo fa compiuta da Myrna Armstrong dell’università del Texas: dall’indagine è emerso che le donne si pentono il doppio degli uomini e che esiste ancora un pregiudizio negativo verso i tatuaggi, per sfuggire al quale molti cercano di toglierlo.

Rispetto ad una ricerca analoga condotta negli anni ’90 le motivazioni che inducono le persone al ripensamento oggi sono molto cambiate. Le cause per entrambi i sessi vanno dall’imbarazzo, alla sensazione di non poterselo più vedere addosso senza sentirsi brutti, dall’aver trovato un nuovo impiego lavorativo dove il tatuaggio non risulta essere consono, alla difficoltà nell’indossare abiti che lasciano intravedere segni e simboli che non si vogliono più mostrare. Le donne risultano essere maggiormente vittime del pregiudizio sociale: vengono criticate con maggiore facilità rispetto agli uomini per i loro tatuaggi, e quindi molte di loro decidono di sbarazzarsene.

«In passato la pratica del tatuaggio era soprattutto maschile – spiega Armstrong, che ha pubblicato i suoi dati sugli Archives of Dermatology –. Ora secondo le stime il 45-65 per cento delle persone tatuate è di sesso femminile: per una donna tatuarsi può significare “rompere” regole di genere e affermare la propria identità in maniera assertiva, ma i nostri dati mostrano che in breve tempo la carica di unicità che si pensava arrivasse dal tatuaggio non si avverte più e anzi, comincia a dare fastidio. Le donne, soprattutto se in carriera, finiscono per subire commenti negativi molto più spesso degli uomini; così l’imbarazzo cresce, così pure le difficoltà a coprire con gli abiti un tatuaggio non più gradito. E presto si sceglie di eliminarlo».

 

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